Attivatori Territoriali
nuove figure professionali nella Rigenerazione Urbana
L’ ATTIVATORE TERRITORIALE
di Associazione Planimetrie Culturali
Il consumo di suolo in Italia continua a crescere pur segnando un importante rallentamento negli ultimi anni che viene confermato dai dati più recenti relativi ai primi mesi del 2016. Nel periodo compreso tra novembre 2015 e maggio 2016 le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 50 chilometri quadrati di territorio, ovvero, in media, poco meno di 30 ettari al giorno. Una velocità di trasformazione di più di 3 metri quadrati di suolo che, nell’ultimo periodo, sono stati irreversibilmente persi ogni secondo. Dopo aver toccato anche gli 8 metri quadrati al secondo degli anni 2000, il rallentamento iniziato nel periodo 2008-2013 (tra i 6 e i 7 metri quadrati al secondo) si è consolidato, quindi, negli ultimi anni (4 metri quadrati al secondo tra il 2013 e il 2015 e 3 metri quadrati al secondo nei primi mesi del 2016). Pur con una velocità ridotta, tuttavia, il consumo di suolo continua a coprire irreversibilmente aree naturali e agricole con asfalto e cemento, edifici e fabbricati, strade e altre infrastrutture, insediamenti commerciali, produttivi e di servizio, anche attraverso l’espansione di aree urbane, spesso a bassa densità. (Rapporto Consumo di suolo 2017 – ISPRA)
In Emilia Romagna si scrive una nuova legge Urbanistica approvata Il 19 Dicembre 2017 dall’ Assemblea legislativa ed entrata in vigore dal 1 Gennaio 2018, la 24/2017. Per favorire pratiche di Rigenerazione Urbana e riqualificazione del costruito, la legge prevede una soglia di espansione pari al 3% della superficie urbanizzata con l’obiettivo finale di raggiungere il consumo di suolo a saldo zero entro il 2050 indicato dalla Commissione Europea. Nello stesso tempo, si delinea un nuovo ambito di lavoro per i professionisti dell’ Edilizia e della Costruzione, l’ uso temporaneo.
All’ articolo 15, Albo degli immobili resi disponibili per la rigenerazione urbana, la nuova legge invita i Comuni a predisporsi di un’ albo degli immobili pubblici e privati disponibili per interventi di riuso e di rigenerazione urbana. Possono essere riconosciute quote edificatorie aggiuntive o altre premialità per i proprietari che cedono gli immobili al Comune o a terzi attuatori ad un prezzo convenzionato. L’amministrazione comunale deve poi pubblicare appositi avvisi pubblici di manifestazione d’interesse.
Nell’ Articolo 16 che riportiamo per intero, si entra più nello specifico dell’ Uso temporaneo coinvolgendo oltre ai Privati , anche enti del terzo settore.
Art. 16 Usi temporanei
- 1. Allo scopo di attivare processi di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione e favorire, nel contempo, lo sviluppo di iniziative economiche, sociali e culturali, il Comune può consentire l’utilizzazione temporanea di tali edifici, per usi diversi da quelli consentiti. L’uso temporaneo può riguardare sia immobili privati che edifici pubblici, per la realizzazione di iniziative di rilevante interesse pubblico e non comporta il mutamento della destinazione d’uso delle unità immobiliari interessate. Esso, in assenza di opere edilizie, è attuato senza titolo abilitativo.
- 2. I criteri e le modalità di utilizzo degli spazi di cui al comma 1 da parte del soggetto gestore sono specificati con apposita convenzione. Il Comune individua il gestore di edifici pubblici attraverso apposito bando o avviso pubblico.
- 3. Nel caso di bandi rivolti ai soggetti riferibili al terzo settore per l’assegnazione di immobili e spazi di cui al comma 1, i soggetti gestori devono comunque essere individuati tra quelli iscritti agli specifici registri previsti dalla normativa vigente.
- 4.Il Consiglio comunale disciplina gli usi temporanei nel regolamento edilizio ed approva una convenzione tipo che regola, tra l’altro, le cause di decadenza per gravi motivi dall’assegnazione di immobili e spazi urbani di cui al comma 1.
L’ Associazione Planimetrie Culturali di Bologna, si occupa di Uso temporaneo dal 2004 attuando agopunture di Rigenerazione Urbana attivando Bonifiche Culturali in spazi in disuso. Non possiamo essere indifferenti alle indicazioni della legge sopracitata, anzi, il collettivo è molto soddisfatto del fatto che in Emilia Romagna si riconosca l’importanza del riuso e dell’uso temporaneo per una crescita responsabile del territorio. Già nel 2012, durante la Bonifica Culturale dell’edificio Ex Samputensili denominata “Senza Filtro”, l’ Associazione sollecitava una nuova legge che potesse favorire l’uso temporaneo recuperando quei buchi neri avanzati dalle crisi economica ed edilizia succedute dal 2008 in poi. Convocati dallo Studio Performa al Tavolo del Piano Strategico Metropolitano, i professionisti del collettivo hanno riportato ed evidenziato gli ostacoli tecnici e burocratici che impedivano l’attuazione di Bonifiche Culturali di spazi dormienti, spesso abbandonati, causa di degrado urbano e svalutazione del patrimonio edilizio.
La Partecipazione dei cittadini
Se negli ultimi decenni le trasformazioni socioeconomiche hanno favorito l’accentuazione delle disuguaglianze e un’indebolimento dell’ attivismo sociale e politico, ora è il momento di rivedere il rapporto che vige tra la comunità e l’urbanistica. L’elevata densità edilizia, la perdità d’identita di interi quartieri, la mancanza di spazi pubblici, le aree abbandonate e e la mancanza di dialogo tra Istituzioni e la civitas, portano all’innalzamento della soglia del conflitto urbano ed alla percezione diffusa di insicurezza. La trasformazione urbana non riesce a stare al passo con il mutamento del tessuto sociale delle città a discapito dei cittadini. La transumanza umana non è stagionale ma un effetto migratorio continuo che porta a modificare parole, conportamenti, pensieri e politiche dell’abitanza privata e pubblica costantemente. La città non può essere identificata in un luogo privato e di difficile accesso, ma piuttosto dovrebbe essere riconosciuta dai nuclei famigliari come il primo dei nostri beni comuni. Questo ragionamento ci porta verso le pratiche di partecipazione e collaborazione. La collaborazione tra cittadini nelle difficoltà è un atto civico che ci accompagna da sempre inventando e reinventando azioni di welfare spesso informali, per migliorare le condizioni di vita nostre o di chi ci vive accanto. Colmare la distanza tra Città e cittadini nella pianificazione urbanistica e nelle politiche sociali, conoscendo e rispettando le differenze, può portare a migliorare le condizioni di vita di tutti noi.
“siamo circondati da esseri e da cose con i quali intratteniamo relazioni. Siamo con gli altri con la vista, il tatto, con la simpatia, con il lavoro comune. Io tocco un oggetto, vedo l’altro, ma non sono l’altro. Tra esseri ci si può scambiare tutto tranne l’esistere”. (Emmanuel Lavinas”
La Regione Emilia Romagna è provvista di una legge per la partecipazione, la n. 15 del 22 ottobre 2018, che punta a favorire la partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle politiche pubbliche e a rafforzare il senso di cittadinanza attiva, in particolare in occasione di scelte importanti e strategiche per un territorio. Una nuova legge nata dopo incontri sul territorio, focus group, audizioni e il confronto con altre Regioni, un percorso lungo e articolato, che ha consentito di aprire un confronto e raccogliere impressioni e consigli su come modificare e migliorare la L.r. 3/2010.
Anche la nuova legge 24/2017 della regione all’articolo 56, richiama alla partecipazione istituendo il garante della comunicazione e della partecipazione per la tutela di interessi diffusi.
Da queste premesse e dall’ esperienza sul territorio dell’ Associazione Planimetrie Culturali, è scaturito un percorso atto ad individuare una nuova professione che possa raccogliere istanze e desideri della cittadinanza, trasformandole in proposte da portare all’attenzione della pianificazione urbanistica e sociale della città:
L’ ATTIVATORE TERRITORIALE, illustrato da Werther Albertazzi (Presidente di Planimetrie Culturali) presso lo spazio di dialogo ideato e gestito da ASTER e dal Clust-ER BUILD, Arena Regione Europa, all’interno del SAIE, Il 18 ottobre 2018.
Il gruppo di lavoro costituito per lo sviluppo della figura dell’ Attivatore Territoriale: Paola Capriotti – Andrea Carnoli – Elia De Caro – Nicola Marzot – Werther Albertazzi
SLIDE PRESENTAZIONE
innovazione-urbana-nel-piano-d’azione-clust-er-build
6 Novembre 2018: FORUM FORMAZIONE CLUST-ER EDILIZIA E COSTRUZIONI
ANCI ER, Sala Masina, presso il Quartiere Navile, Via di Saliceto 3/20, Bologna
Il Forum Formazione è l’evento finalizzato a mettere a punto la strategia del Clust-ER BUILD sui temi della formazione trattati e sviluppati negli ultimi mesi, dal Forum di maggio fino ad oggi, e a concretizzare il percorso sin qui intrapreso.
.
9 NOVEMBRE 2019
Sala delle Capriate Concordia sulla Secchia, Mo
h. 14:00 – 17:00 | Attivatore Territoriale
Attori e fattori nella Rigenerazione Urbana
Werther Albertazzi, Elia De caro e Paola Capriotti
Indirizzato a tutti i soggeti interessati (cittadini, associazioni, privati e commercianti), dei Comuni del Cratere di Modena: Cavezzo, Camposanto, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Novi di Modena, San Felice sul Panaro, San Possidonio, San Prospero.
“CRATERI è un progetto di riattivazione dei luoghi feriti dal sisma 2012,
finanziato da Istituto dei Beni Artistici Culturali e Naturali.
IN COLLABORAZIONE CON I COMUNI DI CONCORDIA SULLA SECCHIA E MEDOLLA di MODENA. FINANZIATO DA ISTITUTO dei BENI ARTISTICI CULTURALI E NATURALI della REGIONE EMILIA ROMAGNA

PROPOSTA DI NUOVA QUALIFICA: L’ATTIVATORE TERRITORIALE
in linea con le indicazioni del Sistema Regionale delle Qualifiche (SQR),
per la formazione riferita alla creazione di nuove professionalità.
I cittadini sono portatori non solo di bisogni, ma anche di conoscenze, abilità e talenti che questa nuova figura professionale sarà
in grado di intercettare al fine di offrire gli elementi per realizzare processi e poi progetti che rispondano alle istanze della
collettività facendo emergere il valore in termini di qualità urbana che da queste può emergere e che vanno a beneficio tanto della
pubblica amministrazione quanto del privato economico.
L’ATTIVATORE TERRITORIALE è una figura che, partendo dal volere e sapere cittadino, raccoglie queste istanze per instaurare un
dialogo tra i soggetti coinvolti (PA, privati cittadini, soggetti economici, terzo settore…) per sviluppare progetti atti a garantire
l’adeguatezza dello spazio pubblico inteso come dimensione fisico/architettonica e sociale/welfare.
L’ATTIVATORE TERRITORIALE è, ancor prima, “attivatore di Comunità: valorizza le energie civiche contribuendo a superare la classica
contrapposizione pubblico/privato economico, pubblico/cittadino ma anche privato economico/cittadino per introdurre nelle città
una logica sostenibile-contributiva (Magatti M. 2017) nelle trasformazioni territoriali.
L’ATTIVATORE TERRITORIALE Mobilita soggetti e attiva spazi, facendo da interprete al coinvolgimento attivo e dal basso e promuovendo il diritto alla
partecipazione attiva dei cittadini nella elaborazione delle politiche in materia di rigenerazione urbana:
Struttura azioni di supporto alla gestione delle trasformazioni e lavora a tutte le fasi del processo di rigenerazione (fase ex ante, in
itinere ed ex post) sulla base dei principi della partecipazione civica e della salvaguardia ambientale, per un approccio alla società
costruttivo, ecologico, comunitario ed etico.
