"Schifo" → theatrical work

Sabato 26 Ottobre 2013, presso Senza Filtro, Via Stalingrado 59, Bologna, It.
Associazione Culturale Cratere Centrale

e Planimetrie Culturali, presentano:

“Schifo”

con Fiorenzo Fiorito

testi poetici, scena e regia Fiorenzo Fiorito
assistente alla regia Giorgia Fava
progetto grafico e foto di scena Stefano Laboragine
audio e luci Miguel Gatti

“Schifo”, dal tedesco Dreck, è un monologo teatrale in cui Schneider presenta un tema di grande attualità: il rapporto tra la società e gli extracomunitari. Questo lavoro è stato un altro successo internazionale dell’autore. È la storia dolente, sarcastica ed atroce, a tratti ironica di Sad, disertore iracheno, il quale, fuggito da Bassora, cerca di nascondersi in una città europea, vendendo rose rosse per sopravvivere. Schneider coglie la bivalenza di questa realtà. Egli critica ferocemente la nostra società che emargina gli extracomunitari e nel contempo si serve di loro: da un lato li sfrutta e dall’altro li rifiuta considerandoli spesso sporchi, «schifosi». Altrettanto dura e sarcastica è la sua critica ne confronti del destino che colpisce il disertore Sad il quale non solo è costretto ad accettare il ruolo che gli viene imposto dalla società, ma lo accetta supinamente un po’ per utilitarismo un po’ per vigliaccheria. Alla fine, pur di assimilarsi alla società che lo isola, Sad accetta, quasi giustificandolo, il fatto di essere considerato sporco e schifoso, e con sarcasmo e ironia dà ragione a coloro che con una forte carica di razzismo lo rifiutano. La tragica fine che la società gli impone è il prezzo che egli decide di pagare, pur di essere accettato.

Robert Scheneider, autore de “Le Voci del Mondo” edito nel 1992 che ottenne grande successo internazionale, presenta per la prima volta questo monologo teatrale, “Schifo” appunto, nel 1993 ad Amburgo, che si qualifica come miglior lavoro teatrale dell’anno e ottiene una serie di premi e riconoscimenti internazionali.

In questo tempo di grandi scambi, ma anche di grandi scontri e inquietudini relazionali col “diverso”, in questo caso l’extracomunitario, ci è sembrato coerente e necessario dare voce a questo testo che nasce per il teatro e fornisce con una straordinaria chiarezza di visione quello che è sotto gli occhi, a volte troppo distratti, degli europei tutti, cogliendone con precisione e maestria, svariate e profonde sfumature descrittive.

Noi ci siamo posti rispetto al tema del testo come osservatori attenti e critici e sentiamo la necessità di continuare a parlare e partecipare, a quanti verranno a seguirci nella performance teatrale, di tale argomento, tutt’altro che esaurito. Ci si sono rivelati naturalmente, durante lo studio e il lavoro intrapreso, diversi livelli di lettura e diverse visioni possibili e dialogali (si prova) fra di esse, tanto da spingere l’attore a osservarsi criticamente in certi momenti e scoprire quanto di Sad (il protagonista dell’opera), ci sia in lui e perché no, in quegli occhi che guarderanno e si guarderanno dentro, scoprendo forse delle distanze facilmente percorribili.

Fiorenzo Fiorito Planimetrie Culturali