Human Catalyst – strong low night
Venerdì 28 gennaio 2011, c/o Circolo Scalo San Donato, Via Larga 49, Bologna.
Ingresso 5 euro, libero fino alle 22.30, circolo soggetto a tesseramento.
primo appuntamento dell’anno con i bassi forti ed iritmi ipnotici di HUMAN CATALYSTS, ogni terzo venerdì del mese allo Scalo San Donato:
LOUNGE/BAR: Il DUB (letteralmente tradotto in “doppiare”, deve il suo nome alla pratica del dubbing instrumental, una versione ritmica di brani reggae inclusi nei b-side dei singoli in formato 45 giri che poi divenne un vero e proprio stile accettato che veniva sperimentato dagli ingegneri del suono per creare delle nuove varianti con i loro mixer. Questo nuovo metodo venne chiamato “versione dub” del brano originale, e gran parte dei 45 giri venduti in Giamaica includevano appunto sia le versioni originali che quelle dub sul lato b. Ancora prima che il reggae apparisse sulle scene, una delle cose che distingueva i dj era la pratica e l’abilità del toasting. Ma non potevano farlo nel modo migliore senza competere con i testi della musica. La pratica di ri-registrare dei brani reggae senza la voce risale al 1967, quando i dj trovarono le dance hall affollate e la gente alle feste molto divertita dal fatto di poter cantare loro stessi i testi dei brani. Attorno al 1969 qualche dj iniziò a parlare sopra queste registrazioni senza la parte vocale, reinterpretando il testo anche in modi originali. Il più importante di questi primi dj fu U Roy, che divenne celebre per la sua abilità nell’improvvisare dei dialoghi con i cantanti dei brani registrati. Quest’ultimo venne anche riconosciuto come i maggior ispiratore del DJ style, e introduceva le version nello stesso sound system di King Tubby. U Roy fece strada nei sound system supportato proprio dal tecnico del suono King Tubby (Osborne Ruddock che mixava tutte le tracce strumentali con sopra la sua voce. King approfondì le sue sperimentazioni con le version: i primi prototipi di dub rudimentali erano realizzati con un vecchio mixer a 4 canali nel suo studio casalingo, a Waterhouse, situato nei ghetti di Kingston. Il suo più grande rivale dell’epoca era Errol Thompson, del Randy’s studio. Tubby ebbe il coraggio di remixare dei brani anche togliendo la parte vocale. Egli modificò delle parti qua e là facendo del basso e della batteria gli elementi in risalto, spesso accompagnati anche da chitarra e organo.
SALETTA: La DUBSTEP è un genere di musica dance elettronica che ha le sue radici a Londra nei primi anni 2000 nella scena garage UK. Deriva dalla 2step, che sostituiva ritmi di batteria sincopati al classico 4/4.
Il tempo è generalmente intorno ai 140 bpm, le ritmiche sono spesso sincopate e usualmente contengono un solo colpo di rullante, di solito sul terzo quarto. Questo differenzia la dubstep dagli altri generi da ballo come House e Techno in quanto la ritmica risulta rallentata e spesso enfatizzata più dalla bassline che dalle percussioni, oltre a non avere il classico ritmo in 4/4.
Artisti come El-B o Zed Bias attorno al 2000, portarono la garage su uno stile più cupo e ipnotico indirizzandolo verso l’halfstep. Musicalmente, la dubstep è riconoscibile per il suo ritmo 2-step, l’enfasi sui rullanti simili a quelli della 2-step Garage, e per la particolare attenzione alle linee di basso, potenti, cupe e molto sintetiche. La dubstep assume sonorità provenienti da molti generi di musica elettronica fino alla House music (Joy Orbison) o alla techno di detroit (Martyn). Se inizialmente il genere andava verso sonorità dub “incattivite” o ritmi 2step di nuova concezione, negli ultimi anni la dubstep ha assunto un ruolo importante nell’elettronica grazie all’eclettismo di molti artisti. Per fare alcuni esempi: Burial l’ha portata verso l’IDM, Roska l’ha ammorbidita verso sonorità housey, Joker ha flirtato con l’electro ed Otto Von Schirach ha letteralmente piegato la dubstep al suo immaginario porno-horror (si ascolti In The End, tratta dall’album Magic Triangle
LiveGuest from AUCAN, VERTICAL DJ. GIOVANNI FERLIGA, musicista dall’età di 5 anni, produce, suona e canta nel gruppo d’avanguardia elettronica AUCAN. Ha collaborato con diversi registi e videoartisti, fra cui Cesare Lievi, Sosaku Miyazaki (Tokio) e LoLo (Barcelona). Dal 2009 ha suonato oltre 150 date in Europa dividendo il palco con Placebo, Steve Aoki, Crookers, Antipop Consortium, Sole&the skyrider, Ramadanman, Black heart procession, Lars Hornveth e molti altri. Nel 2010 dà vita al progetto VERTICAL in qualità di produttore/dj. Lavora da 4 anni presso lo studio BloccoA di Padova di Giulio Favero, dove ha seguito le registrazioni di ZU e Teatro degli orrori. Su invito di Jacopo Battaglia (ZU) entra a far parte, con Giulio Favero, del collettivo di electro estrema MOORO, in uscita per il 2011. (http://www.myspace.com/aucandjset)
BUNKER: La musica TRANCE nasce come stile indipendente nei primi anni novanta, rimescolando in una inedita sintesi elementi di diversi generi EDM e non: se la Techno e l’Ambient elettronico costituiscono i richiami più evidenti, non vanno trascurate influenze derivanti dal Synth Pop, dal Rock Psichedelico e dalla Kosmische Musik. Proprio a quest’ultimo genere si deve l’origine del termine, derivato dal brano Trancefer (1981) di Klaus Schulze.
Il termine Trance, inteso invece come a indicare un nuovo genere musicale, venne utilizzato per la prima volta nei riguardi di alcune delle produzioni più famose dei The KLF (ad esempio What Time Is Love? del 1988), anche se per tali brani non si può comunque parlare di Trance in senso canonico.
La Trance ad oggi ha avuto quattro grandi periodi che si possono coreograficamente sintetizzare come segue: l’era underground (1992 – 1997), l’età dell’oro (1997 – 2002), l’era mainstream (2002 – 2006) e l’era digitale (2007 – oggi). Durante il primo periodo la Trance ebbe la possibilità di distinguersi come genere a sé stante e, pur rimanendo una cultura nota ai soli addetti ai lavori, riuscì facilmente a conquistare le simpatie del pubblico dei rave e dei club specializzati. Successivamente la Trance deviò la sua attenzione verso suoni più epici, ammorbidendo la propria componente acida per privilegiare melodie corpose ed orchestrali, entrando così di prepotenza nel circuito radiofonico e inaugurando la stagione dei grandi Dance Festival. Dal 2002 la Trance, ormai stabilizzatasi, ha iniziato una ennesima evoluzione rivolta sempre più all’utenza domestica, inglobando al suo interno diverse, e notevoli, caratteristiche proprie di altri generi EDM: una sorta di eclettismo mirato al mantenimento di un vasto seguito. Si può infine supporre che dal 2007 l’intero genere abbia praticamente abbandonato la tradizione del vinile per trasferirsi nel mercato digitale in modo da ottenere una migliore visibilità, tentando di ridurre i costi di produzione e distribuzione. Per quanto questa non sia identificabile come una variazione di stile rappresenta nella sua essenza una rivoluzione significativa in termini di “club culture”.
LiveGuest from Psyconauti Tribe, Hippo Dj