C'era una volta.. 2 – Mostra fotografica di archeologia industriale

C’era una volta.. 2 – Opere di Roberto Dovesi – Mostra fotografica di archeologia industriale
VERNISSAGE: venerdì 19 novembre ore 20.30 – la mostra è visitabile fino al 28 novembre dal venerdì alla domenica dalle 20.30 alle 24 oppure su appuntamento (info: 340.6446013)

foto di Roberto Dovesi

C’era una volta l’Industria… E’ l’espressione visiva di una ricerca che ho iniziato anni fa’; prima basata sull’osservazione e lo studio delle forme cadenti, fatto così casualmente quando di passaggio mi capitava di trovate un sito interessante, purtroppo senza mai prendere appunti sulle localizzazioni. In un secondo tempo ho cominciato a fotografare (con pellicola), quella che avevo in macchina, sopratutto diapositiva, ma senza risultati apprezzabili. di questi ultimi non ho più traccia. Con il passaggio al digitale la cosa si è semplificata, incontrando un sito (sempre nella casualità con cui sempre ho lavorato) potevo gestire l’immagine: colore B/N Seppia per cui ho iniziato a catturare immagini. Le prime risalgono al 2007 riprese con una compatta le ultime al 2010. I siti da me trovati sono nelle Marche, in Abruzzo, in Campania, nel Lazio, in Sicilia ed in Grecia. Roberto Dovesi

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Sensibilità e una sottile ironia caratterizzano la fotografia di Roberto. Questa volta l’hanno condotto verso una realtà che contemporaneamente è espressione di un passaggio storico e di attualità. I monumenti e le strutture industriali del passato, si fondono con la storia dell’architettura e dello stile, della tecnologia e dell’urbanistica, a cui si aggiungono gli scenari del costume e della vita sociale, che c’erano una volta.

Dalle inquadrature, pare uscire un richiamo, che riporta ai rumori assordanti che riempivano questi luoghi; i complessi architettonici dove si svolgevano i primi processi produttivi, da cui nascevano oggetti e manufatti, frutto di progetti innovativi nella loro complessità. Roberto vuole testimoniare la presenza e l’attualità di questi luoghi, anche attraverso sedie vuote o campanelli dei custodi appena usciti per un caffè. Sono testimonianze di una civiltà, e richiamano valori tecnici, culturali e sociali, che hanno contribuito allo sviluppo della tecnica europea; l’atmosfera è pure accentuata dalla colorazione seppia. La fabbrica, la macchina, le ciminiere e i vecchi silos vengono esplorati come fossero componenti di un racconto, legato ad un territorio, di cui hanno modificato il paesaggio. Socialmente ed architettonicamente, quel paesaggio testimonia la storica svolta da agricolo ad industriale; le macchine, i processi produttivi, gli edifici e le infrastrutture, rivivono attraverso queste immagini, senza troppa nostalgia, ma non nascondono un velo di tristezza, in quella intrinseca bellezza, che richiama la funzionalità produttiva ed economica.

Le inquadrature di Roberto, ci aiutano a capire un pezzo significativo della storia del ‘900, facendoci toccare con mano l’era della “civiltà delle macchine”, e come strutture e macchinari, all’inizio della loro evoluzione, possano rivivere la fase iniziale dell’evoluzione, del processo produttivo. Troviamo fondamentali differenze dalla civiltà agricola: il bue alla fine dei suoi servizi viene mangiato, mentre i macchinari vengono distrutti, e formano i primi rifiuti. Il momento industriale del XX secolo torna in vita anche attraverso la conoscenza dei luoghi, delle macchine e delle tecnologie, e quello che era definito opificio sulle carte geografiche, viene letto in chiave moderna con la valorizzazione dell’architettura e della memoria del lavoro, assieme ad antiche tradizioni e mestieri. Diviene la testimonianza dell’operosità ed ingegno, nella riscoperta del lavoro e della produzione. E’ importante il concetto di bene culturale, che altro non fa che evidenziare una svolta storica. Questo significato merita considerazione, studio e conservazione. Una fabbrica recuperata, anche con il contributo della fotografia, ne esalta il valore, diventando un momento culturale.

Solo un breve accenno storico, quasi una curiosità: l’Inghilterra, diviene patria dell’Archeologia Industriale attorno agli anni cinquanta, quando a Euston, un movimento si mobilitò contro la demolizione di un arco di ferro della stazione ferroviaria. Con altri interventi, Michael Rix, divenne precursore di una scienza recente, poi ufficializzata dal “Council of British Archaeology” nel 1959. Archeologia e industria sembrano parole tra loro in contrasto. Effettivamente, nel senso comune, l’archeologia si interessa di cose antiche, mentre l’industria rappresenta un fenomeno moderno. Ma quando può, contribuisce alla rinascita di luoghi, come Il Lingotto di Torino, già stabilimento della FIAT, o il Museo d’Orsay a Parigi, che era una stazione ferroviaria. In Italia questa scienza, si sviluppa con un convegno internazionale, a Milano nel 1977, e la costituzione della Società Italiana per l’Archeologia Industriale. Manfredo Bertazzoni.


Roberto Dovesi

Roberto Dovesi inizia a fotografare verso la fine degli anni 80. E’ un fotografo di reportage. Ha sempre dichiarato di non essere lui a cercare l’immagine ma che è questa a cercare lui passandogli davanti all’obiettivo. Ama molto le ombre ed i colpi di luce, la commedia umana, il paesaggio. Con modalità analogica ha lavorato principalmente con pellicola invertibile. Ha creato oltre venti diaproiezioni in dissolvenza (due proiettori), cercando sempre di immettere una storia compiuta nelle sue opere. E’ socio del circolo fotografico Pontevecchio di Bologna (Italia). Dal 2008 ha abbandonato completamente l’analogico per passare al digitale. Collabora attivamente con l’associazione Ars Creativa con la quale ha esposto:

Begin to photograph after 1980 . He like reportage, shadow and light, human comedy, landscape. He don’t look for image but wait the image pass in front his camera lens. With film works principally with slides, has created over twenty projection (two projector) with imagine, music and history (with begin and end). His member of Pontevecchio Photoclub of Bologna (Italy). From 2008 use only digital cameras. Now has an active collaboration with Ars Creativa Cultural Association, with the exhibitions:

Cercatore di tracce – Bologna – Folgaria Seeker of tracks
No More War – Bologna – Folgaria – Cremona No More War
Segni Sabbie Storie – Bologna Signs Sands Stories
El Alamein quota 33 – Bologna El Alamein height 33
Pericolosa…Mente – Bologna Dangerous…Mind
Bologna f.c. 1909 2009 – Bologna Bologna f.c. 1909 2009
Sothern Africa – Salzburg (Kunst Messe) Southern Africa
Nothern Africa – Salzburg (Kunst Messe) Northern Africa
SPORTS – Reggio Emilia (Fot. Europea) SPORTS
C’era un volta… l’industria – Bologna Once upon a time there was… industry
C’era un volta…2 – Bologna Once upon a time there was…2